La "strage dimenticata": è stata ribattezzata così da alcuni storici la tragedia avvenuta esattamente 48 anni fa, la domenica del 4 agosto 1974. Quel giorno, un attentato di matrice terroristica sul treno Italicus Roma-Monaco provocò 12 morti e 48 feriti sull'Appennino tosco-emiliano, a San Benedetto Val di Sambro, non lontano da Bologna. Una strage di cui non si conoscono ancora gli esecutori: tutti gli imputati processati successivamente sono stati assolti.
La strage nella notte fra il 3 e il 4 agosto
All’1.23 della notte fra il 3 e il 4 agosto la quinta carrozza dell'Italicus Roma-Monaco fu dilaniata da uno scoppio circa cento metri dopo l'uscita dalla lunga galleria dell'Appennino. L'Espresso 1486 era partito dalla stazione di Roma Tiburtina alle 20.35 ed era transitato da Firenze Santa Maria Novella a mezzanotte e mezzo, con 23 minuti di ritardo: fu proprio questo slittamento sull'orario previsto a impedire che l'ordigno esplodesse nel punto stabilito originariamente dagli attentatori, con conseguenze prevedibilmente ancora più gravi. Dall'esame del timer della bomba, infatti, si scoprì che sarebbe dovuta esplodere mentre il treno attraversava la Grande Galleria dell'Appennino e non a 50 metri dall'uscita. Il ritardo accumulato in corsa, invece, permise di risparmiare numerose vite. A bordo, venne detto successivamente, pare che avrebbe dovuto esserci anche Aldo Moro, ma un impegno improvviso gli fece perdere il treno con il quale sarebbe dovuto andare in vacanza. Dieci anni più tardi, un altro attentato all'interno della stessa galleria, quello del rapido 904 (23 dicembre '84), costò la vita a 16 persone e ne ferì 267.
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