L'Iss monitora le mutazioni, soprattutto quella inglese, brasiliana e sudafricana, ormai diffuse in diverse zone del Paese: secondo gli ultimi dati dell'Istituto superiore di Sanità, al momento la prima è diventata dominante con una prevalenza dell'86,7%. È dominante anche negli Usa. Uno studio, intanto, rivela che la variante sudafricana è molto più resistente di quella inglese al siero dei convalescenti e a quello dei vaccinati



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