Una lista di grandi opere prioritarie, ferroviarie e stradali, che potranno essere commissariate con appositi dpcm da qui a fine anno: un elenco che non compare nel testo ma nell’allegato infrastrutture adottato insieme al Programma nazionale di riforma. Poi l’accordo sull’abuso d’ufficio, arrivato nonostante Italia Viva metta a verbale la sua riserva. Dopo una discussione lunga più di quattro ore in Consiglio dei ministri, arriva “salvo intese” il via libera al decreto Semplificazioni. I grandi nodi alla fine, assicurano più fonti di governo lasciando Palazzo Chigi, vengono sciolti: il “salvo intese” riguarda pochi aspetti “tecnici, non politici”. Ma la discussione sulle opere da sbloccare sembra destinata a tenere ancora banco, anche perché l’elenco – che dovrebbe includere tra le 40 e le 50 opere – non è appunto entrato nel testo del decreto e ci sarà comunque tempo fino a fine anno per nominare i commissari. Intanto, il premier Giuseppe Conte ottiene il via libera a quella che considera “la madre di tutte le riforme” e che nei prossimi giorni sarà una carta negoziale nei colloqui con i partner europei in vista del Consiglio Ue sul Recovery fund. Il Cdm notturno, lungo in tutto sei ore, ha dato il via libera anche al Piano nazionale delle riforme, con le direttrici che il governo seguirà per preparare il Piano di Rilancio, la base per ottenere le risorse europee. Ok anche al ddl di assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato.
Ok a lista grandi opere – Non sono bastate settimane di trattativa: fino all’ultimo le principali divergenze riguardano le deroghe alle norme sugli appalti e anche sulle opere pubbliche da affidare a commissari, nonché sull’abuso d’ufficio, su cui Iv esprime la sua riserva, e su norme come quella dell’interoperabilità dei dati, su cui hanno discusso i ministri Pisano e Gualtieri. Il dibattito in Consiglio dei ministri si accende, racconta più di un presente, in particolare sulla possibilità non solo per i commissari ma anche per le stazioni appaltanti di agire, per far fronte agli effetti negativi dell’emergenza Covid, in deroga a tutte le norme, tranne quelle penali, antimafia e quelle sulla sicurezza sul lavoro. Restano infatti le perplessità di Pd e Leu sulle deroghe, introdotte sul “modello Genova“. C’è l’intesa sull’elenco delle grandi opere considerate prioritarie e che saranno affidate a commissari ma la lista entra nel piano Italia veloce del ministero delle Infrastrutture, che è un allegato al Programma nazionale delle riforme, approvato anch’esso nella notte.
Cambia l’abuso d’ufficio – Quanto a uno degli altri nodi sul tavolo, la modifica del reato di abuso d’ufficio, l’intesa arriva ma sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo. Rispetto al quale però, nel corso della riunione, la ministra e capodelegazione renziana, Teresa Bellanova, ha “confermato le riserve già espresse”. Oggi incorre nell’abuso d’ufficio chi si procuri un vantaggio violando “norme di legge o di regolamento”. Con la nuova modifica sarà punibile chi violi “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità“. L’accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, avrebbe fatto salvo l’obiettivo della riforma di circoscrivere i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della ‘discrezionalità’ di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio. Così da superare quella che il premier Giuseppe Conte ha definito la ‘paura della firma‘ e che frena il lavoro dei dirigenti pubblici. Il danno erariale -altro tassello della riforma- scatta solo se c’è dolo.
Il Consiglio dei ministri trova un accordo anche sul Durc (il Documento Unico di Regolarità Contributiva), ma viene stralciata, su richiesta di Roberto Speranza, la norma che aumentava le percentuali di subappalti. Nel testo – 48 articoli in 100 pagine – trova spazio poi la digitalizzazione della Pa, con servizi e pagamenti che potranno essere gestiti da un App e la carta d’identità digitale che assume un ruolo sempre più centrale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione. Procedure speciali, e più veloci, poi, per la valutazione di impatto ambientale e per le autorizzazioni da parte degli enti locali.
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