Non si placano le tensioni a Minneapolis, negli Usa, nel mezzo dello sdegno per la morte del 46enne afroamericano George Floyd soffocato da alcuni agenti di polizia durante un controllo. I manifestanti hanno dato alle fiamme un commissariato e gli agenti sono stati costretti ad abbandonarlo. Tutto è successo poco dopo le 22, ora local: la Cnn spiega che gli agenti avevano eretto una recinzione intorno alla stazione di polizia presa d’assalto da migliaia di manifestanti che l’hanno abbattuta. Alcuni dimostranti sono riusciti però ad arrampicarsi e ad appiccare il fuoco all’interno degli uffici. Il commissariato è stato così evacuato “nell’interesse della sicurezza del personale“. La scena è stata immortalata in un video in cui si vedono i manifestanti che entrano nell’edificio, mentre gli allarmi antincendio suonano.
Episodi di violenza si sono registrati in tutta la città, con centri commerciali devastati, auto in fiamme, strade invase dai lacrimogeni, collegamenti pubblici sospesi, tanto che il sindaco Jacob Frey ha dichiarato lo stato di emergenza locale di 72 ore, chiedendo aiuto allo Stato per riportare “ordine e calma”. “È inaccettabile quello che abbiamo visto nelle ultime ore e nelle ultime due notti in termini di saccheggi”, ha detto Frey. “Le nostre comunità – ha aggiunto – non possono tollerarlo e non lo tollereranno”.
Ieri il capo della polizia di Minneapolis si è “scusato nel modo più assoluto per la pena, la devastazione e il trauma che la morte di Floyd ha provocato alla sua famiglia ed ai suoi cari” ma questo non è servito a placare le tensioni, anzi. Manifestazioni di rabbia si sono scatenate in varie città degli Stati Uniti, tra cui New York Oakland, in California, e Denver, in Colorado. Cortei e sit in anche a Chicago e San Francisco.
Sull’accaduto è intervenuto anche il presidente Donald Trump che in un tweet ha denunciato la “totale mancanza di leadership” del sindaco di Minneapolis, che definisce “molto debole. “Ho appena parlato con il governatore Tim Walz e gli ho detto che i militari sono con lui fino in fondo”, ha aggiunto. Parole a cui ha voluto replicare il sindaco Frey: “Debolezza è rifiutare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni – ha detto durante una conferenza stampa – Debolezza è puntare il dito contro qualcun altro in un momento di crisi”. Poi ha incalzato: “Donald Trump non sa nulla della forza di Minneapolis”. “Siamo forti da morire”, ha detto ancora il sindaco, ammettendo che “è un momento difficile“, ma – ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dalla Cnn – “ce la faremo”.
Le proteste sono scoppiate martedì, un giorno dopo la morte di Floyd, che in un video si vede supplicare mentre l’agente Derek Chauvin preme il ginocchio contro di lui. Col passare dei minuti, Floyd smette lentamente di parlare e muoversi. Il governatore del Minnesota Tim Walz ha attivato la Guardia Nazionale su richiesta del sindaco di Minneapolis, ma non è stato immediatamente chiaro quando e dove sarà schierata la Guardia: è però scattata l’attivazione di oltre 500 uomini nell’area metropolitana.
L'articolo Minneapolis, non si placano le proteste per l’afroamericano ucciso dalla polizia: commissariato occupato e incendiato proviene da Il Fatto Quotidiano.
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