Partite due giorni prima delle elezioni europee, la par-condicio non vi creerà problemi?
“Si può fare satira anche durante la par-condicio, nel rispetto di questa legge più o meno assurda. La prima puntata sarà proprio incentrata sui temi comunitari. Ma lo faremo senza citare né politici, né partiti: fidatevi che si può fare”.
Come le è sembrata questa campagna elettorale?
“Non si è sentita la differenza tra il periodo di campagna elettorale e quello precedente. Siamo un Paese perennemente in campagna elettorale, anche perché i nostri politici puntano tutto sul consenso. Viviamo tempi scellerati. Diciamo sempre che il popolo italiano è incattivito. In realtà, più che cattivi, siamo stupidi: è lì che la satira si può accanire. Sulla cattiveria esistono ancora i limiti fissati dalla legge, mentre sulla stupidità non esistono limiti”.
Perché il popolo italiano è stupido?
“Forse perché scopavamo tra parenti, abbiamo fatto troppo sesso tra consanguini in passato e siamo arrivati a questo. Diciamo che la stupidità non riguarda solo l’Italia… in generale, non è un buon momento per la razza umana. L’evoluzione ogni tanto presenta le sue falle”.
Si dice spesso che i politici hanno preso il posto dei comici. Lo pensa anche lei?
“I politici più che ridere fanno paura. Nel cercare di dare voce alla pancia delle persone stanno tirando fuori il peggio. Ma, lo ricordiamo, nella pancia ci sono soltanto budella e bile: non andrebbe mai ascoltata, semmai azzittitia. Ai politici oggi è concesso di essere politicamente scorretti. La comicità può esserlo sempre: dovrebbe essere concessa la libertà di essere ancora più audaci e più esagerati della realtà. Se questo non succede, certo, la realtà supera la satira”.
Tempo fa su FQ Magazine scrivevamo “C’è qualcuno ancora capace di far ridere, in tv? Pubblico orfano della risata cerca comico disperatamente”.
“I comici ci sono, c’è tutta una nuova scena comica che sta emergendo. Non ci sono gli editori, c’è solo Comedy Central. Altrove non viene data ai comici la possibilità di fare il loro lavoro, soprattutto ai comici satirici”.
Come mai non viene dato questo spazio?
“C’è del ritardo diffuso, forse è quella stupidità di cui parlavamo prima. Spesso mi capita di parlare con degli editori e, quando faccio riferimento a programmi americani o a serie anche piuttosto note, non conoscono quello di cui sto parlando. C’è un altro problema: la volontà di inseguire il generalismo a tutti i costi. Ma il generalismo è morto: cercare di accontentare tutti nell’epoca in cui l’offerta è sempre più segmentata è un’idiozia. Finché gli editori non si aggiorneranno, pena l’estinzione, non si andrà da nessuna parte”.
Da Cattelan a Geppi Cucciari, spopolano i late show.
“Quello che noto è che in realtà vengono fatti degli pseudo late night. Non viene colta la grande opportunità che la seconda serata ti dà. Questi programmi potrebbero permettersi un linguaggio più adulto, invece adottano un linguaggio che potrebbe essere tranquillamente adatto a un programma trasmesso alle otto di sera. CCN forse è l’unica vera seconda serata del panorama televisivo nazionale. L’unico programma per adulti della televisione italiana, non a caso c’è Valentina Nappi tra gli ospiti”.
Spesso ha avuto dei problemi in Rai, pensa che la temono?
“Quest’anno sono fisso nel programma di Gramellini con assoluta libertà e soddisfazione. Come intermezzo riescono a tollerarmi. Forse hanno paura a darmi uno spazio ulteriore, ma è una paura insensata. Eppure sono su Comedy Central da cinque anni e non è mai successo niente. Pensi che non ci è arrivata neanche una denuncia o una testa mozzata sul letto”.
L'articolo Saverio Raimondo, inizia il suo CNN: “Gli italiani cattivi? No, stupidi. Forse perché abbiamo scop*** troppo tra parenti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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